Le convinzioni del risparmiatore

Quando un cliente chiede consigli non vorrebbe mai parlare di due cose:

  • pianificazione e rischio.

Eppure, tutti i giorni si parla di burocrazia, di litigi, di famiglie incatenate in incompensioni ereditarie e di risparmi volatilizzati.

Mi è piaciuto leggere un articolo di Beppe Severgnini, dove ricorda il papà.

Il padre Angelo era notaio, classe 1917, e ripeteva a chiunque volesse ascoltare: “Chi aspetta di fare il testamento perfetto non farà testamento!” E lascerà dietro di sé incertezza e confusione.

Mi raccontava, scrive Severgnini, cosa succedeva quando andavano da lui per fare testamento (ne aveva in deposito oltre quattromila). Papà Angelo chiedeva venissero sia il marito che la moglie e in dialetto chiedeva: “ Raccontatemi della vostra famiglia, senza fretta. Perché, se non vi conosco, come posso consigliarvi?”. Le successioni curate da lui, guarda caso, filavano lisce.

“In tribunale per questioni di eredità? “Cinque clienti in tutta la carriera”, raccontava orgoglioso.

Proteggere le ricchezze dopo la morte o in caso di deterioramento mentale diventa una necessità. Ma non tutti siamo in grado di prevedere il nostro futuro o di pianificare questioni finanziarie.

Il nostro motto: “breve termine e quanto rende”.

L’esperienza del notaio Angelo ci potrebbe aiutare, ma molti risparmiatori non vogliono ascoltare. Alcuni argomenti rimangono un tabù.

In un mondo di tassi a zero ci si azzarda a chiedere: Quanto mi rende?

Quella obbligazione rende il 6%, cosa ne pensi?

Se poi viene pronunciata la parola “Rischio” il gioco è fatto. “Non voglio rischiare” dice prontamente il cliente.

Tempo fa mi sono dibattuto in un risparmiatore che sottolineava questo aspetto. Non ero sicuro di aver percepito bene il suo concetto di rischio. In effetti, senza saperlo, deteneva un investimento bilanciato in azioni ed obbligazioni. Ignaro di quanto sottoscritto, era però contento del suo investimento, perché rendeva.

Mi vengono in mente tutti quei risparmiatori che detenevano azioni di istituti di credito non quotati, che hanno guardato solo il rendimento del loro investimento. Oggi le ferite languono pesantemente, sul budget familiare.

Diventa, quindi, importante evolvere verso la consulenza finanziaria soprattutto per il risparmiatore. “Quanto costa” verrebbe spontaneo chiedere.

Eppure, recenti indagini dimostrano la validità della consulenza a favore del risparmiatore. Forse, il rendimento non sarà privilegiato ma la conservazione del capitale e l’aver scappato i numerosi default possono convincerlo ad una scelta diversa.

Nessun è perfetto e nessuno sa cosa possa succedere domani, ma per investire ci vogliono, a mio parere, due ingredienti: il tempo e il metodo.

Bisogna investire con metodo, ripeto ai clienti, e ci vuole tempo.

Diventare milionari può essere molto semplice: bastano poche centinaia di euro investite con periodicità mensile per un determinato tempo.

Come diceva il Notaio Angelo, papà di Beppe, chi continua ad aspettare il momento migliore non investirà mai. Nel contempo avrà perso molte occasioni.