Geraldine Sundstrom

Geraldine Sundstrom (PIMCO) a Padova – annotazioni e spunti operativi.

Nella suggestiva Sala Rossini, nei piani nobili del Caffè Pedrocchi, abbiamo ricevuto Geraldine Sundstrom, Managing Director e Portfolio Manager presso la sede PIMCO di Londra.

Il mondo è molto cambiato rispetto al 2015 sia da un punto di vista economico che socio-politico.

  • Il mondo è in una situazione macroeconomica più stabile di quanto vari indicatori potrebbero farci credere;
  • Gli effetti della volatilità delle divise sui PIL mondiali si sono attutiti soprattutto post Shanghai Co-op, ma rimangono comunque latenti qualora la guerra tra le divise dovesse ripresentarsi;
  • Le obbligazioni – sebbene continuino ad essere un porto relativamente sicuro – devono essere associate alle azioni che, nel contesto attuale (post-Trump) godono di valutazioni relativamente attraenti;
  • Il livello di rischio in portafoglio non può essere solamente calcolato tramite la volatilità o il VaR, ma ha bisogno di un controllo rispetto all’ammontare massimo di perdita sopportabile dal cliente, cosciente che per generare rendimenti positivi dobbiamo assumere rischio nei portafogli. Il mondo oggi – più stabile di quanto sembri, ma meno certo del passato;
  • Le divise: come mai le società soffrono se i macroeconomisti ci dicono che il PIL sale? Geraldine fin da inizio anno ha parlato dell’effetto divisa (FX) nelle considerazioni di crescita delle economie e delle società. La crescita di un’economia è determinata dalla somma di crescita reale e tasso d’inflazione, più il deprezzamento (meno l’apprezzamento) della propria divisa. Più la divisa si deprezza, maggiore sarà il contributo derivante dagli export (e viceversa).

Pre-2014 la volatilità dell’FX non è mai stata così forte da andare ad inficiare i benefici delle crescite nominali. Purtroppo però tra il 2014 e il 2015 abbiamo assistito a una vera e propria guerra di valute tra i principali paesi mondiali, dove vinceva chi riusciva a svalutare di più la propria divisa. Perché – per esempio – tra il 2014 e il 2015 le società americane generavano profitti in calo, nonostante l’economia statunitense stesse generando crescita positiva? Perché di fatto, l’apprezzamento del dollaro rispetto alle principali divise mondiali (i cui paesi sono i principali partner commerciali degli Stati Uniti), quali EUR JPY e CNY, gravava sui risultati delle società, quindi mentre gli Stati Uniti crescevano i profitti erano in calo.

All’inizio di quest’anno, durante un G20 a Shanghai, riteniamo che i ministri delle finanze (insieme ai principali banchieri mondiali) abbiano trovato un accordo in base al quale la guerra di divise sarebbe dovuta finire. L’obiettivo era quello di ridurre la volatilità sui mercati. E così è stato tanto che l’apprezzamento del dollaro è stato molto più graduale e ordinato del passato. Questo, quindi, ha fatto in maniera tale che i risultati delle aziende (in particolare quelle) americane abbiano potuto ritornare in carreggiata: l’aumento dei profitti societari è diventato evidente a partire dal terzo trimestre di quest’anno. Il che ci ha fatto essere più costruttivi sulle azioni statunitensi.